Siena - 21 aprile 2007Dalla cittadella medioevale escono incolonnati 88 veicoli per coprire i circa 10 km che ci separano da Piazza Amedola in Siena ovvero il punto di raccolta prima di entrare in Siena. Il lungo serpentone procede ad una velocità di 15/20 miglia orarie, incontrando lo stupore dei senesi incontrati per strada. Ben presto si giunge in Siena ove un piccola sosta consente la distribuzione di bottigliette d’acqua; piazza Amendola è il piazzale antistante la caserma “Bandini” sede della gloriosa Folgore che al termine del giro nel centro storico, ci ospiterà per il pranzo. Alle 11 ha inizio il giro nel centro storico sempre dietro la scorta della Polizia Municipale che dai confini cittadini ha preso il posto dei Carabinieri. E’ doveroso fare i complimenti al personale della Polizia Municipale di Siena che ha svolto con grande efficienza il servizio, chiudendo tempestivamente rotatorie, vie, viuzze e tenendo a debita distanza il pubblico. Il tour all’interno di Siena con una piccola modifica al percorso originario; sullo sfondo il Duomo che sovrasta la città e ben presto sparisce dietro le case medioevali. Nonostante i nostri comunicati stampa inoltrati a tutti gli organi di informazione, l’evento è stato sottovalutato; complice anche il notevole numero di turisti che generalmente affolla Siena, poco incline alla lettura dei giornali. Al nostro ingresso la compagine inglese in testa al corteo schiera la truppa appiedata, capitanata da un piper dai polmoni potenti! Il suono della cornamusa echeggia nelle vie strette e sovrasta il rumore dei motori quasi al minimo. La gente è incredula, stupita! Qualche suora accorre a fotografare, molti si fermano dubbiosi….. chi siete? Cosa fate? Queste le domande che più frequentemente ci pongono e noi senza indugio rispondiamo che stiamo tenendo viva la Memoria della Liberazione e la Storia del nostro Paese. Ben presto la gente abbozza dei sorrisi ai nostri sorrisi, qualcuno timidamente abbozza un applauso ed una volta incoraggiato, lo scroscio delle mani è senza dubbio gratificante. Gli stranieri capiscono poco…. Vedono le insegne dei loro eserciti ma non riescono a capire! In molti fotografano ed immortalano con tutto quello che hanno. Il percorso è un dolce saliscendi fra i vicoli e le stradine e mentre le nostre macchine procedono lentamente, la gente esce dalle case, dai negozi: commesse con gli abiti in mano, cuochi sulla porta del ristorante, una signora con l’asciugamano in testa esce dalla porta della parrucchiera. Qualcuno ci crede inglesi veri magari ingannato dall’amico Peter Davies sulla Willys con me ovvero un inglese vero in uniforme da ufficiale che saluta il pubblico con la tipica flemma
Quando la fatica degli appiedati sembra aver raggiunto livelli critici, ecco apparire come per incanto la Piazza del Campo ovvero la piazza dove si corre il Palio. Al termine di Via del Casato ovvero alla Bocca del Casato, si entra nella famosa piazza dalla parte più alta con l’impressione di poterla abbracciare con lo sguardo; alla destra il Casato con la torre del “Mangia”. Al nostro rumoroso ingresso, la folla inizia a spostarsi ai margini della strada realizzando un curioso effetto migratorio. I veicoli alla vista della piazza soffermano per scattare foto e la folla, dapprima sparsa, inizia ad accalcarsi ai lati della strada. Passano i primi dieci, venti, trenta, quaranta mezzi e la gente inizia a prendere confidenza; quando giungono i camion americani stracarichi di fanti, la gente sembra impazzita! Taluni salgono sopra, altri si mettono davanti, qualche attempata signora butta le mani e le braccia ai “liberatori” finendo per fermare la colonna. In molti casi è stato necessario scendere dai veicoli per sgombrare la strada; una accoglienza calorosa oltre ogni aspettativa soprattutto per coloro che stava da metà colonna in poi. Anche la colonna dell’Asse è stata oggetto di entusiasmo sia per il fascino sia per l’imponenza; il soldato italiano, poi, è ancora nei cuori degli italiani, comunque siano andati gli eventi. Vorrei spendere qualche parola a favore delle signore che per l’occasione hanno sfoggiato abiti d’epoca più o meno sofisticati ma nel complesso importanti per far recuperare alle donne femminilità nell’uniformità della colonna e per dare spunti maggiori di lavoro all’interno della ricostruzione.
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