Italia, le battaglie di autunno Settembre Dicembre 1944
Di Douglas Orgill
Tratto da “La soria della seconda guerra mondiale”
Rizzoli editore 1967
I due passi principali a Nord di Firenze si trovavano di fronte alla 5a armata. Il primo, che era anche il più agevole, era il passo della Futa, a 32 km da Firenze sulla statale 65 che porta sino a Bologna. Gli ingegneri della Todt che avevano progettato la Linea Gotica avevano previsto che gli alleati avrebbero concentrato qui il massimo sforzo. Le difese della Futa erano complesse, poderose, con sbarramenti di filo spinato, torrette corazzate interrate e quasi 5 km di fosso anticarro. Circa 11 km più ad est si trovava il passo del Giogo, sulla strada che portava da Firenze a Firenzuola e da qui ad Imola, sulla strada statale n°9. Anche questo passo era ben difeso da una catena di postazioni sistemate sui monti, però i tedeschi erano talmente ossessionati dall'idea di un attacco sulla Futa che avevano scartato la possibilità che il passo del Giogo potesse essere preso in considerazione dagli alleati.
Ancora una volta : " ...fino all'ultimo uomo, fino all'ultima cartuccia "
Di fronte a Clark, a est del passo della Futa, vi era la divisione dell'ala destra della 10a armata di Vietinghoff, la 715a fanteria. La 14a armata di Lemelsen non era composta da veterani sperimentati come quelli della 10a di Vietinghoff. Essa aveva subito perdite ingentissime durante la ritirata a nord di Roma e una parte delle sue riserve -ad esempio quelle della 4a divisione paracadutisti -era priva di esperienza, costituita da ragazzi che non avevano ancora sparato un colpo in un'azione di guerra. Il comando tedesco, quindi, faceva poco assegnamento su di loro. L'8 settembre venne emanato un ordine del giorno per il 12° reggimento della divisione paracadutisti schierato a guardia del passo del Giogo, in cui si diceva che " la posizione dev'essere difesa fino all'ultimo uomo e fino all'ultima cartuccia, anche se il nemico dovesse irrompere da tutte le parti, anche sotto il tiro più violento delle artiglierie e dei mortai... ".
Clark attaccò il 10 settembre, impiegando il II corpo, a cavallo della strada statale n. 65 per attaccare il passo del Giogo, con il XIII corpo britannico sulla destra, dove il terreno era più difficile, e il IV corpo d'armata americano schierato lungo la Linea gotica sulla sinistra, per mantenere la pressione sul fianco. Il giorno successivo sia il II sia il XIII corpo d'armata avevano attraversato il Sieve e la fanteria americana si preparava ad attaccare due colli alti circa 900 m, le cime di Altuzzo e di Monticelli, che dominavano l'imbocco del passo del Giogo.
Il tenente generale Geoffrey Keyes, Comandante del II corpo d'armata, mandò all'attacco 1'85a divisione di fanteria. Il 338° reggimento della divisione diede l'assalto ad Altuzzo in un furibondo, cruento combattimento, che si protrasse dalla mezzanotte del 12 settembre alla sera de114, e ricevette un'immediata dimostrazione del fermo proposito che animava i tedeschi, risoluti a non cedere la posizione. Gli americani subirono perdite ingenti sotto il tiro delle mitragliatrici Spandau e dei fucili eri appostati fra i massi e i cespugli dell' Altuzzo e all'alba del 15 il crinale dell'altura era ancora saldamente tenuto dal 12° reggimento paracadutisti. Sulla destra un altro reggimento
americano - il 363° della 91 a divisione di fanteria - era riuscito ad avanzare fino a una novantina di metri dalla vetta del Monticelli, ma non si era potuto spingere più oltre, restando decimato dal tiro dell'artiglieria pesante.
Più a destra, tuttavia, la 1 a divisione di fanteria britannica, la quale aveva attaccato la 715a divisione di fanteria tedesca sul limite di settore delle due armate, riportò un importante successo. La sua 66a brigata di fanteria conquistò Poggio Prefetto, una delle posizioni avanzate della linea gotica, e Clark fu pronto ad approfittare dell'occasione favorevole facendo avanzare il 337° reggimento di fanteria americano attraverso le posizioni britanniche e conquistando Monte Pratone, ancora più all'interno delle linee tedesche.
Inoltre, il provato ma indomito 338° reggimento di fanteria americano era ritornato all'assalto ad Altuzzo e questa volta aveva potuto prendersi la rivincita. Nel corso delle ultime 48 ore anche i tedeschi avevano subito perdite altissime e stavano portando frettolosamente in linea la riserva del corpo d'armata paracadutisti -la brigata granatieri Lehr - ma l'artiglieria e i cacciabombardieri americani li tenevano sotto un fuoco così violento che la fanteria nemica dovette percorrere l'ultimo chilometro e mezzo strisciando sulle mani e sulle ginocchia. La brigata Lehr arrivò troppo tardi. Il 338° reggimento, che aveva ben assimilato la lezione cruenta dei due giorni precedenti, manovrò rapidamente e all'alba del 17 la vetta era nelle mani degli americani. Ben 252 dei 400 uomini delle compagnie fucilieri del battaglione attaccante erano rimasti uccisi o feriti durante i cinque giorni di combattimento.
Nuove speranze rianimarono il comando alleato. La 5a armata avanzò attraverso le complesse ma ormai aggirate opere difensive sul passo della Futa: il 21 gli americani occuparono Firenzuola, minacciando la strada statale n. 9, la quale aveva un'importanza vitale per le comunicazioni. Clark lanciò la sua eccellente divisione di riserva, 1'883 americana, giù per la strada della valle del Santerno, verso Imola, nel tentativo di tagliare la via Emilia e di chiudere in
trappola la 10a armata germanica. Ma siccome 1'8a armata avanzava lentamente, impedita da un mare di fango, Kesselring poté disporre le sue operazioni di ripiegamento per accorciare la linea del fronte, mentre quella degli avversari si andava allungando, raggruppando nella valle del Santerno i reparti di quattro divisioni. Sebbene 1'88a divisione americana si fosse impadronita, dopo una violenta azione, della posizione chiave di Monte Battaglia, le truppe alleate non riuscirono a spingersi oltre..
L'8a armata, dal canto suo, non fu più in grado di mantenere la pressione che avrebbe impedito a Kesselring di continuare a rinforzare il fronte opposto a quello di Clark. Il tempo era pessimo e le formazioni corazzate britanniche stavano scoprendo che la zona a nord di Rimini non era affatto la terra promessa che avevano sognato, bensì un terreno tutto tagliato da fossi e da canali che erano straripati.
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