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Scarperia

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Scarperia 56th Evacuation Hospital - Foto: Collezione Spadi

 

Scarperia non ha avuto un posto preminente nell'ambito del movimento di Resistenza mugellano. Durante il Ventennio nel Comune mancò una solida presenza antifascista e anche nel periodo della lotta armata non avvennero importanti iniziative autonome. Nei mesi di aprile e maggio del 1944 alcuni antifascisti locali, in collegamento con il Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.) di Borgo San Lorenzo, cominciarono ad organizzarsi per creare un gruppo partigiano. È del 6 giugno l'azione partigiana più rilevante; quel giorno venne ucciso 'sul viale Dante, ai limiti del centro storico di Scarperia, l'ing. Emilio Paoletti responsabile di zona per la Todt. Nel corso dell'azione perse la vita anche un ufficiale delle SS e rimase gravemente ferito il partigiano Romolo Marelli. Questi riuscì a trascinarsi fino alla casa colonica Serenai, dove fu soccorso e trasportato all'ospedale di Luco di Mugello; morì tre giorni dopo. A pochi chilometri dal paese vi era la Linea Gotica. Nella zona di Panna, confusa e mimetizzata fra altre fortificazioni, esisteva anche una base di lancio dei missili V2; questa venne individuata dagli informatori alleati e distrutta da un bombardamento. Dopo alterne vicende, dovute anche a contrasti all'interno delle forze antifasciste, nell'agosto 1944 venne definito l'organico del C.L.N. di Scarperia; esso risultò formato da Pietro Biancalani, Andrea Pasinetti, Salvatore Cordiano; comandante militare fu nominato Mario Ignesti; la propaganda, l'amministrazione ed i collegamenti vennero affidati a Niccola Buffi. Ai primi di settembre del '44 gli abitanti di Sant'Agata vennero fatti sloggiare, armi alla mano; dovevano trasferirsi a Bologna, ma di fatto molti si dispersero oltre i passi del Giogo e della Futa; altri si nascosero nei dintorni aspettando il momento buono per tornare alle loro case. Per fortuna venne concesso che nella vicina Fagna si istituisse l'ospedale civile per i malati del Comune.

L'abitato di Scarperia, come gli altri centri del Mugello, fu liberato 1'11 settembre. Il fatto venne descritto in una relazione sull'attività del gruppo partigiano di Scarperia: "Il giorno 11 settembre 1944 divisi in due squadre [i partigiani] fiancheggiano la strada San Piero-Scarperia, catturano soldati tedeschi annidati.

Incontrate pattuglie americane che avanzano, i nostri servono da guida e viene occupato il paese, dopo aver fatto battere dalle artiglierie alleate le posizioni nemiche apprestate avanti del paese". I patrioti ebbero un ruolo importante anche nella liberazione del resto del territorio comunale, guidando le truppe alleate verso le postazioni tedesche saldamente attestate sulla Linea Gotica e combattendo in prima linea a fianco del 338° Reggimento della V Armata americana. Questo venne impegnato dal 13 settembre in duri e sanguinosi scontri che durarono fino al 18, quando furono conquistate importanti posizioni strategiche del Monte Altuzzo, infrangendo la linea Gotica e aprendo il varco appenninico del passo del Giogo.

Da ricordare che l'offensiva costò la vita a 290 soldati alleati. Passata la guerra, si trassero le somme e ci si accorse che a Scarperia non si erano sperimentati e vissuti gli orrori che tanti altri paesi viciniavevano dovuto subire. Il paese, pur saccheggiato e depredato di ogni cosa, era in piedi e la vita riprese più agevolmente che altrove.

Dopo la liberazione il C.L.N. nominò sindaco il dott. Giovan Battista Diani, socialista. A lui successe il prof. Luigi Noferini (PCI), e successivamente Fausto Fiori della (DC); alle prime elezioni amministrative del 7 aprile 1946 il PSIUP e il PCI uniti ebbero la maggioranza ed espressero il sindaco nella persona di Francesco Pini, socialista. Scarperia, famosa per il suo tipico artigianato dei ferri taglienti, ha voluto stringere un patto di gemellaggio con la cittadina francese di Laguiole, anch'essa produttrice di coltelli di grande fama, iniziativa che ha portato il Comune direttamente a contatto e a confronto con la realtà europea.

Elezioni amministrative (sistema maggioritario), turno del 7 aprile 1946

Socialcomunisti voti 2237 (56, 7%); D C voti 1705 ( 43,3%)

Elezione per l'Assemblea Costituente, 2 giugno 1946

DC voti 1485 (35,7%); PCI voti 912 (21,9%); PRI voti 24 (0,6%); PSIUP voti 1418 (34,1%); UDN voti 39 (0,9%); UQ voti 190 (4,6%); Altri voti 96 (2,3%)

Referendum Istituzionale, 2 giugno 1946

Repubblica voti 2729 (69,1%); Monarchia voti 1222 (30,9%).

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