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Tratto da: 1943 - 1945 La liberazione in Toscana - la storia la memoria Giampiero Pagnini editore 1994
Già nella fasi immediatamente successive alla liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, il Comitato di Liberazione Nazionale fornì precise indicazioni sulla necessità di promuovere a Firenze un'azione militare e politica da parte del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (C.T.L.N.), concomitante all'arrivo in città delle prime avanguardie alleate. Niente del genere si era ancora mai verificato in Italia e si trattava di dimostrare agli Alleati e al nord ancora occupato il diritto del popolo italiano all'autogoverno e all'amministrazione civile della cosa pubblica, fondata sul confronto democratico delle idee e dei programmi. Nei due mesi che separarono la liberazione di Roma da quella di Firenze gli eserciti alleati trovarono a ridosso delle colline del Chianti una inaspettata resistenza da parte delle forze tedesche in ritirata. A Firenze, mentre la popolazione viveva in uno stato di crescente tensione, le forze della Resistenza si stavano organizzando, anche se l'attività della polizia politica fascista, la famigerata banda Carità, e della Gestapo, creava seri problemi di interdizione alle azioni dei patrioti. I1 7 giugno fu scoperta dai nazifascisti la trasmittente clandestina Radio Cora e tutti gli operatori furono fucilati. Appena cinque giorni dopo però questo servizio, definito dagli Alleati "uno dei migliori servizi di informazioni militari con i quali siamo rimasti in contatto su tutti i fronti", fu riattivato e rimase in funzione fino alla liberazione della città. In luglio il C.T.L.N. diramò l'ordine alle formazioni partigiane raccolte intorno a Firenze di convergere sulla città. Si trattava di effettivi per un totale di circa 3000 uomini. I1 29 luglio il comandante militare tedesco della piazza di Firenze ordinò lo sgombero da parte dei cittadini dei quartieri prospicienti 1'Arno ed il 31 di quel mese, i genieri tedeschi iniziarono a minare i ponti sul fiume. Soltanto il Ponte Vecchio fu salvato al prezzo però della distruzione dei quartieri medievali di Por Santa Maria e di via Guicciardini, le cui rovine furono anche minate. I1 1 agosto gli Alleati varcarono il fiume Pesa e si attestarono sulle colline in vista della città. I1 3 agosto il comando tedesco dichiarò lo stato di emergenza a Firenze. Fu allora che i membri fiorentini del C.T.L.N. si riunirono in seduta permanente in attesa di dare l'ordine di insurrezione. Nella notte del 3 agosto i genieri tedeschi fecero brillare le cariche che avevano preparato, distruggendo tutti i ponti della città. All'alba del 4 agosto le prime avanguardie sudafricane dell'VIII Armata britannica arrivarono a Porta Romana e penetrarono nell'oltrarno insieme ai combattenti del C.T.L.N. I1 giorno successivo fu lanciata una linea telefonica segreta attraverso il Corridoio Vasariano sul Ponte Vecchio: le forze di liberazione e le forze della Resistenza in attesa nella città occupata entrarono in contatto. Nei giorni che seguirono, fino al 10 agosto, gli Alleati e i partigiani combatterono i nazisti dalla riva sinistra dell'Arno con una serie di duelli tra tiratori scelti, mentre i mortai tedeschi, appostati a Fiesole e sul Monte Morello, battevano 1'Oltrarno. Nella notte tra il 10 e 1'11 agosto le truppe della Wehrmacht si ritirarono dai centro storico per attestarsi sulla linea dei viali di circonvallazione. Alle 7 del mattino dell'11 agosto il C.T.L.N. diramò l'ordine di insurrezione; la Martinella di Palazzo Vecchio e la campana del Bargello con i loro rintocchi dettero il segnale; i combattimenti contro i tedeschi iniziarono immediatamente, mentre in Palazzo Medici Riccardi si riuniva il governo provvisorio della città che assumeva tutti i poteri civili e militari. Esso nominò il sindaco, Gaetano Pieraccini, e il consiglio comunale, il presidente della Provincia, Mario Augusto Martini, ed il consiglio provinciale; e, mentre sulla linea della Fortezza da Basso e dei viali si combatteva, si adoperò per garantire ai cittadini della Firenze già liberata i servizi essenziali. Gli scontri si protrassero fino al 20 agosto, quando i tedeschi abbandonarono anche la zona nord di Firenze. Gli alti ufficiali alleati che furono accolti dal sindaco Pieraccini e dai membri del C.T.L.N. scrissero nei loro rapporti ufficiali che l'aver trovato sulla via della loro avanzata una città che si era liberata da sola ed era già in grado di governarsi era "un fatto nuovo mai riscontrato durante tutta la campagna d'Italia. La battaglia di Firenze era finita e vinta.
Elezioni amministrative (sistema proporzionale), turno del 10 novembre 1946
DC voti 45.263 (23,7%); PCI voti 64.222 (33, 7%); PSIUP voti 41.91 1 (22,0%); PD'AZ voti 2501 (1,3%); PRI voti 4241 (2,2%); PLI voti 6553 (3,40/u); UQ voti 26.005 (13, 7%)
Elezione per l'Assemblea Costituente, 2 giugno I946
DC voti 66.029 (28,2%); PCI voti 60.649 (25,9%); PRI voti 6330 (2,7%); PSIUP voti 57.106 (24,4%); UDN voti 10.839 (4,6%); UQ voti 21.951 (9,4%); Altri voti 11.301 (4.8%)
Referendum Istituzionale, 2 giugno 1946
Repubblica voti 148.763 (63,4%); Monarchia voti 85.753 (36,6%)
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