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Le Città

Greve in Chianti

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Greve in Chianti, un ufficiale alleato osserva, da Panzano, gli effetti del bombardamento su Forte Augustus (così era chiamata, in codice militare, Greve).

Il 25 luglio 1943 era domenica, una bella giornata d'estate. Il cinema A.Boito di Greve era gremitissimo, quando alcuni paesani, timidamente sorridenti, entrarono nella sala annunziando la caduta di Mussolini. La programmazione venne interrotta, si accesero le luci e la gente si riversò all'aperto a commentare la notizia: tutti avevano nell'animo la speranza di una rapida fine della guerra. Il giorno dopo alle finestre apparve il tricolore e comparvero anche sui muri delle scritte inneggianti al Re, alla libertà, a Badoglio nonché scritte di natura politica che furono fatte subito cancellare, su invito del prefetto, dal Comune. Ma non fu impedita la scalpellatura degli emblemi fascisti esistenti sul palazzo municipale, sulle scuole, sulla casa del fascio, sul monumento ai caduti. Furono tolti anche i fasci impressi nella ghisa delle fontane pubbliche.
"Caduto il regime - scrisse Don Corrado Raspimi, parroco di Cintola Alta, nella sua Cronaca dell'emergenza - la gente si dette a ...a dispetto della carestia con crescendo fino al dì 8 settembre. La sera di quel giorno si sentì un gran vociare intorno alla collina. Mi affacciai - Signor pievano, suoni le campane, c'è la pace! Dopo mezz'ora la chiesa era gremita: mi si pregò di cantare il Te Deum-(...) poco dopo laggiù per la strada, ridevano, cantavano, gridavano e saltavano come matti. Alcuni giorni dopo, motociclette biciclette, cavalli montati, cavalli senza cavaliere, uomini in divisa, soldati senza fucili, chi con uno, chi anche con due, scorrazzavano da tutte le parti. Era il capitombolo da tutti previsto e il crollo di tutte le bugie dette dal 24 maggio del 1915 ad oggi".

Intanto sui monti intorno a Greve si andavano formando gruppi di partigiani. Particolarmente numeroso era quello stabilitosi in alcuni rifugi sotto Montemoggino sul . massiccio del Monte Scalari. Particolarmente dura per la comunità grevigiana fu l'estate del 1944 per il passaggio del fronte sul territorio. Da parte delle truppe germaniche si ebbero tre rappresaglie: a Pian d'Albero; alla fattoria di Querceto a Dudda; alla Villa Buonasera alla Panca. Nella prima vi furono 4 partigiani caduti in combattimento e 18 impiccati; nella seconda 7 fucilati e nella terza 5.

Per quest'ultima rappresaglia, solo dopo la liberazione del Comune i familiari seppero dell'accaduto e piansero i loro cari: Corinto Burgassi, Fedele e Ferdinando Vettori, Natale Picaneti e Livio Contri. A questi vanno aggiunti altri 12 caduti passati per le armi fra il 24 ed il 28 luglio. Nella mattinata del 24 luglio le prime pattuglie alleate entrarono in Greve. Due giorni dopo si insediò, nei locali della cooperativa Italia Nuova tra gli operai di Greve, il Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.) composto da Carlo Baldini, Emilio Ciucchi,. Forese Donati, Tertulliano Favalli, Gino Mori e Giovanni Mugnaini. Ripresero prontamente servizio tutti i dipendenti comunali; vennero riaperte le banche, gli uffici postali, l'esattoria e tesoreria comunale, il consorzio agrario e molti negozi. La popolazione, precedentemente sfollata, rientrò in massa nel paese, anche perché il giorno prima le campane della chiesa avevano suonato a distesa per circa mezz'ora, con intervalli di cinque minuti. Le quattro campane furono suonate soltanto dal proposto Don Alessandro Ferretti e da Carlo Baldini, poiché nel paese erano rimaste pochissime persone e per di più quasi tutte invalide. Al suono delle campane di Greve risposero quelle delle chiese delle parrocchie che erano state liberate: i tedeschi udirono questo suono di liberazione. Su invito pressante del capitano delle Guardie Scozzesi R.W. Burkley, governatore militare della zona, il 27 mattina si riunì il C.L.N. per designare il sindaco. L'assemblea decise di designare il dott.cav. Italo Stecchi, farmacista del paese e già sindaco del Comune varie volte prima del fascismo. Il nominativo venne presentato, per delega, al governatore da Gino Mori e Carlo Baldini. Ebbe così inizio la nuova vita democratica nel Comune: il fronte passava ancora da Testa Lepre, Testi, Spedaluzzo, Monte Scalari, ossia soltanto la metà circa del territorio comunale era stato liberato; lo stesso capoluogo era ancora soggetto a cannoneggiamenti che durarono fino al 29 dello stesso mese con diurna cadenza.

Elezioni amministrative (sistema maggioritario), turno del 17 marzo 1946: Blocco Democratico della Ricostruzione

(Socialcomunisti e Azionisti) voti 5544 (71/9%); OC voti 1939 (25,2%); PLI voli 220 (2,9%)
Elezione per l'Assemblea Costituente, 2 giugno 1946:

DC voti 1865 (23,0%); PCI voti 2688 (33,2%); PRI voti 37(0, 5%); PSIUP voti 2786(34,4%): UDN voti 210 (2,6%); UQ voti 298 (3,7%); Altri voti 216 (2,7%)
Referendum Istituzionale, 2 giugno 1946: Repubblica voti 5821 (74,2%); Monarchia voti 2026 (25,8%)

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